Alla salute del lupo cattivo

Alla salute del lupo cattivo

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Autore: Hugues Pagan

Il plurideclassato agente di polizia Rameau è a suo modo un eroe. Dopo aver servito per anni la patria nella Sicurezza Interna parigina, ora è relegato in amministrazione a distribuire graffette e buoni benzina. E come se non bastasse, qualche alta sfera ha deciso improvvisamente di riesumarlo per un incarico ingrato: inventare un complotto internazionale ai danni dello Stato, che faccia salire l’indice di gradimento dei Servizi Segreti.
Intanto la vita privata di Rameau è invasa da una piccola tribù: oltre alla sua avvenente fidanzata mediorientale, da un po’ di tempo occupano il suo alloggio anche il figlio Laurent, fisico elettronico disoccupato e tombeur de femmes, e il terribile nipotino coi capelli a spazzola detto il Piccolo Chimico per la sua passione per gli esperimenti pericolosi.
I due sono appena stati sbattuti fuori dalla madre di quest’ultimo, dopo che le hanno letteralmente demolito la casa. Ma anche la donna, rimasta senza tetto, deve ben presto unirsi all’accampamento. E mentre Laurent e il Piccolo Chimico si trovano con una scorta di Pampers e biberon ad affrontare l’assedio della piccola Eloïse, neonata che un’amica ha lasciato in prestito con scadenza pressoché illimitata, le donne di casa pensano bene di risollevare il bilancio domestico con una bella rapina in banca.
Ma a risolvere i problemi lavorativi di Rameau, interviene inaspettatamente la sorte: una serie di misteriosi attentati dinamitardi sconvolge veramente la città, rendendo superflua ogni macchinazione…
Scritto due anni prima del ciclo della famiglia Malaussène, il romanzo di Pagan anticipa gli stralunati e irresistibili personaggi di Pennac, ma soprattutto quello sguardo irriverente su una Parigi multietnica e dominata dai lupi cattivi del potere.


I precursori della famiglia Malaussène!



Autore

Hugues Pagan nato nel 1946 in Algeria, terra di cui conserva tuttora un ricordo abbagliante, Hugues Pagan "rientra in Francia per obbligo e vi rimane per necessità". Come molti pied noir vive un certo senso di sradicamento: un’irrequietudine che lo spinge a scelte radicali e apparentemente contraddittorie. Dagli studi filosofici all’impegno politico sulle barricate del Maggio francese, fino alla decisione, nel 1973, di entrare in polizia. Infine, a partire dal 1982, la letteratura: quasi un riflesso unitario delle proprie esperienze.
Già dal primo romanzo, L’ingenuità delle opere fallite, Pagan si mostra capace di esprimere - attraverso un registro tesissimo, in funambolica sospensione tra ridondanza e asciuttezza - quell’indomita fede nel realismo che obbliga la letteratura a farsi testimonianza.


Recensioni


D, Repubblica delle Donne
Maggio 2006

La prima volta di Pagan

Un giallo divertente per prendersi gioco dei vizi del potere. Di Hugues Pagan, già noto da noi per Dead End Blues, Quelli che restano e L’ingenuità delle opere fallite, questo Alla salute del Lupo Cattivo è stato il romanzo d’esordio, scritto più di vent’anni fa, ma tradotto solo oggi da noi. L’editore italiano presenta la banda di sgangherati personaggi al centro della storia come i precursori della celebre famiglia Malussène inventata da Daniel Pennac. Il che in parte potrebbe essere vero, sebbene il romanzo di Pagan funzioni benissimo anche senza pensare a Pennac.
Con stile efficace, arricchito da giochi di parole e battute al vetriolo, lo scrittore francese ex ispettore di polizia mette in scena le tragicomiche e improbabili avventure di Rameau, poliziotto declassato e senza più illusioni, che vive circondato da una variopinta corte familiare: un figlio disoccupato, la nuora inferocita, un nipotino specialista in esperimenti chimici, la fidanzata mediorientale e una neonata che un’amica ha abbandonato in casa loro.
Tra rapine ed esplosioni, doppi e tripli giochi dei diversi servizi di polizia, Rameau si trova al centro di un caso ingarbugliato, a cui chi abita in casa sua non è del tutto estraneo. Per togliersi dai pasticci e risolvere l’inchiesta, dovrà sfruttare al meglio le sue doti di investigatore e tenere a bada la famiglia scapestrata. Fabio Gambaro Diario 14 Luglio 2006 Hugues Pagan fa parte di due gruppi apparentemente inconciliabili: il primo è quello dei romanzieri francesi che hanno scritto il polar dopo Jean-Patrick Manchette, trasformando il poliziesco in uno strumento di denuncia della società, il secondo è quello degli autori che l’hanno scritto dopo essere stati in polizia.
Insomma Pagan (nato in Algeria nel 1947, poi studente di filosofia a Parigi e militante durante il ’68) i meccanismi del controllo e del potere li descrive dall’interno. E in modo caustico. Alla salute del lupo cattivo, in particolare, ci mostra i corridoi dei servizi segreti in pagine briose, a tratti francamente comiche, di cui è stato detto che hanno anticipato Daniel Pennac (il romanzo uscì in Francia nel 1983). Anche qui il protagonista è un "capro espiatorio" : al plurideclassato agente di polizia Rameau, incaricato di gestire le graffette e i buoni benzina, i servizi ordinano un bel giorno di organizzare un attentato. Lui rifiuta, le bombe scoppiano lo stesso e il nostro Rameau è braccato da tutti insieme alla sua famiglia-tribù multietnica. Non scordiamo però, oltre a questo gradevolissimo, certi romanzi di Pagan molto più tosti, potenti come un pugno nello stomaco. Penso a La notte che ho lasciato Alex (Meridano zero, nel suo lungo, meritorio lavoro sull’autore ha tradotto questo titolo nel 2003).
Altra storia di poliziotto ribelle. Ma lo stile, la potenza di visione, il senso d’ineluttabilità del male mi fecero pensare a uno scrittore tra Céline e James Ellroy. Leopoldo Carra L’Indice Questo romanzo sebbene non sia l’ultimo di Pagan esce solo ora per l’editore che nel 2000 presentò ai lettori italiani il noir dello stesso autore Dead end blues. Scritto dal colto ex poliziotto di origini algerine Alla salute del lupo cattivo ha una fisionomia netta e indipendente dalle altre opere.
Innanzitutto per la trama terreno seducente e surreale su cui prosperano dialoghi al limite dell’assurdo tra personaggi grotteschi. Nel denso intreccio misteriose esplosioni dinamitarde sconvolgono Parigi dando inizio a un vorticoso movimento di servizi segreti dicasteri e più in generale loschi individui. In mezzo a questo bailamme si viene a trovare e non casualmente la strampalata famiglia di Jean-Philippe Rameau poliziotto di infimo ordine presso la Sicurezza interna che gli commissiona la messa in scena di un attentato spettacolare onde risollevare il proprio indice di gradimento. Con una Gitane sempre in bocca Rameau è un donnaiolo senza rimorsi anche se ufficialmente accasato con l’affascinante e altrettanto mutevole Leila. Attorno ai due personaggi trovano spazio in una piccola casa un nipote undicenne il Piccolo chimico con la passione per i giochi pericolosi meglio se con finale deflagrante il figlio Laurent "fisioelettronico disoccupato" ma bello come l’attore Laurent Mallet con la legittima moglie ed Elonse una deliziosa neonata "parcheggiata" in casa Rameau da una vicina di casa.
A sconquassare il già precario equilibrio del nucleo famigliare che precorre di due anni la fortunata famiglia Malaussène di Pennac contribuisce un’improbabile rapina alla Banca nazionale del Poitou che rimane una delle scene più spassose del romanzo. La vis comica di personaggi e situazioni si accorda con una scrittura incisiva e graffiante trascinando il lettore in un’aperta denigrazione del potere e dei "lupi cattivi" suoi detentori. Rossella Durando Pulp Luglio-Agosto 2006 Una forma atipica di innocenza, macchiata dal velenoso sferzo della perfidia, tentata da un diavolo sarcastico e provocatore, ma puntualmente accompagnata e diluita dal respiro, apparentemente innocuo, del gioco e del misfatto.
Un Pagan completamente fuori dai propri canoni. Per chi si aspetta una trama da Dead end blues o lo sfondo carnale e nero degli altri suoi romanzi, sara’ come assistere al franare di una diga. Alla salute del lupo cattivo e’ un pezzo di vita coloratissimo, assemblato da personaggi stralunati e schizzati, come micce pronte a scoppiare, che si muovono in una Parigi sconnessa ed esplosiva, segnando il percorso che successivamente i Malaussène faranno proprio. E’ una potente apologia di situazioni paradossali, legate a un capriccioso filo spinato che stringe sia i temi del giallo che quelli furiosamente comici. E’ un’ intenzione sarcastica, attraverso la quale diviene possibile reinventare la drasticità e la drammaticità delle cose in una chiave umoristica. Una prosa che eredita il brusio del mondo circostante, con le voci folli contrastanti di una famiglia numerosa, le schegge impazzite del terrorismo internazionale, gli assalti intimidatori della burocrazia.
C’è un congiungersi di un linguaggio figurativo che riporta fedelmente la realtà e allo stesso tempo la astrae. I profili umani dei personaggi tendono a riempire uno spazio, ad allargarsi fino a diventare grotteschi per poi ritornare, quasi con sfrontata indifferenza, alla loro funzione originaria. Ed è così, sotto questa luce densa di allusioni, di alchemici impasti destinati a speziare quest’ opera prima di Pagan, che lo scrittore trasporta sulle pagine le potenti armi segrete di un grido di protesta, ma anche di una liberatoria e intransigente beffa nei riguardi del mondo. Patrizia Burra lettera.com 29 Ottobre 2006 L’arte dell’inganno secondo Hugues Pagan "Sono vittima della mia immaginazione.
O della mia nostalgia. O di una crisi di paranoia acuta. O del caso." Rameau, agente dei servizi segreti messo in un angolo senza luce a contare graffette e buoni per la benzina, è il tipico caso di sbirro disperato. Non solo senza missione, ma anche privato di tutto ciò che che poteva dargli un respiro: la strada, le informazioni, il doppio e triplo gioco nonché tutte le identità più o meno segrete.
Soltanto scartoffie, polvere e un’alienante vita d’ufficio tra corridoi lunghi e penosi e uffici sempre più stretti. Di gloria, neppur a parlarne: anzi, ad un certo punto viene incaricato persino di gestire un ipotetico attentato al presidente, un progetto utile a far ritrovare la rotta e l’onore a tutti i servizi segreti. Rameau, un perdente come pochi, ha anche un altro problemino: una famiglia che è una tribù strampalata e pericolosa, in particolare per quanto riguarda la sua penultima generazione, quella del Piccolo Chimico, un ragazzo sveglio ma fin troppo portato all’uso di esplosivi, timer e altri giochini deflagranti. Parigi, nel suo formato cosmopolita e metropolitano, è lo scenario in cui si muovono tutti quanti e Alla salute del lupo cattivo ha il ritmo del thriller, l’ironia di una commedia, una certa leggerezza pop e a tratti qualche somiglianza con i personaggi di Daniel Pennac.
Ma c’è anche, in tempi non sospetti (l’originale è uscito nel 1983) una sorta di critica, nemmeno tanto velata, al corto circuito del mondo delle informazioni, sia esso pubblico che segreto. L’invenzione del falso complotto (nella mancanza di uno vero), la gestione delle comunicazioni riguardanti gli attentati, la confusione tra organi di stampa e brandelli di servizi segreti, le collusioni e le congiure che nel libro di Hugues Pagan sembrano surreali vengono, purtroppo, dalla cronaca di tutti i giorni.
Marco Denti


milanonera.splinder

22 Settembre 2006

Rameau è un agente segreto sui generis.
Donnaiolo, con un carattere ruvido e un passato non proprio sfavillante trascorso nei Servizi. All’inizio della storia lo troviamo, dopo l’ennesimo declassamento, relegato in un anonimo ufficio a distribuire graffette e buoni benzina.
L’azione si mette in moto quando qualche alto papavero decide di riesumarlo per inventare un complotto internazionale ai danni dello Stato che faccia salire l’indice di gradimento dei Servizi Segreti. Alla salute del lupo cattivo è un libro scanzonato, un’allegoria dei servizi segreti transalpini e della società francese in generale. Un esempio? Mitterand e Chirac, rispettivamente primo ministro e sindaco di Parigi dell’epoca, si studiano in cagnesco e, anche se i nomi dei vari pezzi grossi della République non sono mai citati direttamente, i loro tratti distintivi si riconoscono benissimo. A voi lettori indovinare chi si cela dietro la maschera del Lupo Cattivo.
Alla base della vicenda c’è una prodigiosa scoperta, fatta dal nipote genio di Rameau, il Piccolo Chimico: personaggio simpaticissimo come, del resto, tutta la sua famiglia allargata. Proprio la coralità della narrazione rappresenta uno dei maggiori punti di forza del romanzo. Lo stile di Pagan ricorda molto Pennac, anche se con meno smalto, ma convince e diverte, con la scusante (o il pregio) di essere venuto prima: Monsieur Malaussène e la sua combriccola era ancora in là da venire quando l’autore pubblicava per la prima volta questo libro, nel 1983, e approdato da noi solo ora. Sempre attuale, comunque, fin troppo.
Nel testo si parla di servizi segreti deviati e di misteriosi affaristi arabi pronti a mettere le mani (e i quattrini) su una scoperta decisamente esplosiva...
Paolo Roversi


nientelietofine.splinder.com
27 Maggio 2007

Due anni prima della saga di Pennac, un’altra famiglia "aperta" e sgangherata mette a soqquadro la vita parigina.
L’agente Rameau ha un incarico come smistatore di graffette e buoni benzina, ma il suo passato nella Sicurezza Interna lo candida di forza per una missione esplosiva atta a risollevare le sorti dei Servizi Segreti.
Ad aiutarlo ci sono a bella fidanzata mediorientale, la nuora (temporaneamente senza casa), la segretaria del suo capo (detta Culo di Piombo), il figlio (playboy e disoccupato) e il nipote (chiamato Piccolo Chimico per i suoi continui e letali esperimenti).
Con una buona dose di ironia, faccia tosta e pazzia criminale , i nostri eroi riescono a fare fesso il Sistema, guadagnare un mucchio di soldi e fuggire prima che esploda un gran casino, "a casa del Grande Lupo Cattivo".

Da inserire:


Data di inserimento in catalogo: 15.04.2013.

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