Autore: Kem Nunn
Smarrirsi tra le strade di un paesino della California. Un indirizzo scarabocchiato malamente sul taccuino, la missione scoraggiante di spiegare a una ragazza iperadrenalinica la differenza tra un banale aspirapolvere e l’innovativo ’Purificatore d’aria Cyclone’.
Ritrovarsi di colpo nel bel mezzo di una veglia funebre, davanti a un cadavere disteso in un congelatore della Coca-Cola tra i cubetti di ghiaccio e le lattine di birra in fresco. Fin qui Earl, rappresentante di elettrodomestici ex cantante, potrebbe ancora sperare di uscirne così come c’è entrato. Senonché il morto è il fratello di Dan Brown, un biker schizzato come un "dobermann con un tumore al cervello", con un ampio passato di risse e vita di strada alle spalle. Dan vuole che Earl canti sulla tomba di Buddy, e lo aiuti a inseguire l’assassino.
Ma anche Earl sta inseguendo qualcosa: una terra, la Pomona Valley, dove il suo bisnonno aveva creato i primi aranceti. Ma soprattutto, sta inseguendo lei, Pomona Queen. Pomona Queen è nello stesso tempo un’idea e una ragazza con un coltello in mano. È una visione incantata dagli occhi tristi e dai capelli rossi. È la follia e la speranza, la caduta e il sogno di un nuovo inizio.
Pomona Queen è il miraggio inafferrabile che si profila al fondo di questa America rurale, intrisa di nostalgia e spinta dalle contraddizioni economiche verso un rapido declino. In una scrittura che potrebbe essere una versione letteraria del cinema dei fratelli Cohen, Kem Nunn fotografa con scanzonata ironia un mondo fatto di violenza e disillusione, passando con disinvoltura dai toni grotteschi alle riflessioni esistenziali.
Un romanzo on the road vibrante e malinconico, seconda opera dell’autore di Surf City.
"Kem Nunn fa con Pomona quello che Raymond Chandler,
James M. Cain e Ntahanael West hanno fatto
con Los Angeles."
- Los Angeles Time -
Autore
Kem Nunn ha trascorso la sua giovinezza nella California del Sud, dedicandosi al surf con grande passione. Dopo una parentesi newyorchese di alcuni anni, ha fatto ritorno alla sua terra d’origine, dove vive attualmente, in riva all’oceano.
Lavora nel cinema, ha scritto diverse sceneggiature e soggetti cinematografici, e ha al suo attivo cinque romanzi, di cui in italiano è stato tradotto Pomona Queen (Meridiano zero, 2004).
Surf City, il suo primo libro, è stato finalista all’American Book Award, ed è diventato ben presto un cult book nel mondo del surf.
Recensioni
Film TV
19 Dicembre 2004
Un biker pazzo, un rappresentante, una rossa.
Se non credete davvero che a Natale siamo tutti più buoni, per le feste imminenti attrezzatevi con alcune letture ad hoc. Disperati, cinici, o soltanto disillusi e ironici, e comunque tutti con gli occhi ben aperti sulla follia paradossale che serpeggia nella nostra realtà e nello spazio ambiguo del futuro che ci siamo andati creando.
Questi sono gli scrittori che vi daranno una mano a esorcizzare il tasso iperglicemico delle prossime tre settimane. Primo fra tutti, il grande, insostituibile Derek Raymond, il cantore crudo dei morti anonimi della Factory, scomparso nel 1994, che Meridiano Zero continua a proporre: ultimo uscito, Atti privati in luoghi pubblici, uno scorcio caustico della decadenza di una classe e di un sistema sociale (l’aristocrazia, nell’Inghilterra della rivoluzione sessuale) scritto nel ’67, prima del quintetto della Factory, meno "nero" ma altrettanto impietoso. Ancora per Meridiano Zero, Kern Nunn (al secondo romanzo, dopo Surf City) con Pomona Queen, storia di bikers sognatori fuori tempo massimo, con un cadavere conservato in un congelatore della Coca Cola e un’America campestre sull’orlo del collasso.
Ben salda, invece, all’apparenza, quella rurale e virile di La fiera dei serpenti di Harry Crews, una saga di testosterone georgiano di un’amarezza che fa accapponare la pelle.
Emanuela Martini
sugarpulp.it
31 Marzo 2010
"Era come se alla notte stessa fossero cresciute delle zanne e una lingua sbavante."
Nella valle di Pomona, California, è sera. Earl, il miglior venditore "porta a porta" di aspirapolvere della sua azienda, approda nella casa di un potenziale cliente per effettuare una dimostrazione finalizzata alla vendita.
La casa è quella di Dan Brown (no, non lo scrittore), un delinquente di lungo corso, violento e preda delle sostanze stupefacenti. Il fatto è che Dan Brown tiene in soggiorno il cadavere del fratello, Buddy Brown, dentro un congelatore della Coca Cola ed è deciso a vendicare la morte del fratello scovandone l’assassino. Ma quando Dan si rende conto che Earl, il tizio che ha bussato alla sua porta per vendergli un aspirapolvere, è una vecchia conoscenza che "ci sapeva fare come cantante", lo rapirà affinché canti sulla tomba del fratello.
Ed ecco che il nostro venditore di aspirapolveri Earl, quindi, verrà travolto da una rutilante valanga di guai. Tra bikers schizzati e locali malfamati, la notte prenderà una brutta piega.
Sulle strade della California, nella valle di Pomona. Kem Nunn costruisce il suo noir ancorandolo a catena doppia con la terra in cui lo ambienta (e questo ci piace!), la valle di Pomona, California. Una valle un tempo oggetto di illusioni e meta di uomini pieni di speranza, grazie agli aranceti che vi crescevano rigogliosi. Poi il virus "Rapido Declino" spazzò via frutteti e speranze, rendendo lentamente quella valle una terra di degrado, aridità e luci al neon. Il romanzo si dipana tra la vicenda che il protagonista Earl vive, e le digressioni narrative che prendono il via dai luoghi di Pomona, portandolo a ripercorrere la storia della sua famiglia e quella della sua giovinezza.
La famiglia di Earl era una delle più facoltose della valle, poi l’inspiegata morte del suo antenato e nel giro di vent’anni il declino dei frutteti… tutto a puttane. La giovinezza di Earl: ciò che poteva essere ed invece "Rapido Declino". Una storia fatta di segni che ritornano e sogni che non smettono di spappolarsi. Nunn fa provare al lettore quanto possa essere angosciante la notte, quando si è soli, in una terra ostile popolata da un’umanità allo sfascio. Nunn descrive una California rurale, di degrado e nostalgia, tra mediocrità, follia e obiettivi da inseguire.
Una narrazione permeata da un denso strato di grottesco ed un sapiente grado di ironia. Con uno stile scorrevole e fresco come il profumo dei fiori d’arancio, Nunn ti fa sentire il rancido vivo del coinvolgente noir. Per darvi la cifra di quello che è lo stile di Nunn ecco la descrizione di un personaggio: "…grasso e barbuto, con una maglietta dei Raiders e un berretto della CAT, sommerso fino al collo dai debiti, le emorroidi in arrivo, la moglie che aveva messo su qualche chilo, i figli che stavano diventando abbastanza grandi da mandarlo affanculo, l’alcol necessario per sopportare tutto questo che gli scavava un buco nelle budella…" quasi epifanico, non trovate?
Marco Busatta
Libreria Terzo Mondo
Aprile 2005
Se qualcuno non avesse ancora capito la differenza tra il classico giallo ed il noir, gli direi che dopo aver letto questo ottimo libro di Nunn è impossibile non capire in cosa i due generi differiscono.
Earl Dean per incrementare i suoi modesti guadagni la sera fa il venditore porta a porta. Lo incontriamo così che si dirige con la sua scricchiolante Falcon verso un quartiere periferico di Pomona, cittadina un tempo fiorente nei pressi di Los Angeles. La ditta per la quale lavora vende purificatori d’aria, ovvero aspirapolvere, contattando i potenziali clienti per telefono. Offre la visione gratuita dell’elettrodomestico all’opera e l’omaggio di un set di prodotti per la casa. Ma la villetta in cui Earl ha appuntamento quella sera non accoglie bene la visita del piazzista.
Earl riesce comunque ad intrufolarsi. Meglio avrebbe fatto a desistere, perché a questo punto, dentro la casa, non può più sottrarsi al suo destino. La prima parte del destino è Benny, il fratello del padrone di casa, Dan; Benny, come ogni destino non può essere evitato, soprattutto perché è morto e tenuto al fresco in una ghiacciaia. Visto il morto, Dean non può più lasciare la casa, anche perché Dan, il byker padrone di casa, lo riconosce come Johnny Magic, cantante di un gruppo della loro giovinezza. Decide allora che Dean deve cantare sulla tomba del fratello.
Ma questo, solo dopo che ne sarà stato trovato e punito l’assassino. Inizia così per Dean un viaggio al limite della follia con il folle Dan, i suoi due compagni e Diana, la figlia di Dan; a questi personaggi concreti si sommano tutti i fantsmi del passato di Dean, che si presentano puntuali come spettri con i quali pareggiare i conti. La scoperta, nemmeno troppo clamorosa, dell’assassino di Benny non è il punto centrale del romanzo.
Ciò che conta in un noir è inquadrare il personaggio con la sua difficoltà di vivere, la sue mille insoddisfazioni, la sua consapevolezza della loro natura e l’altrettanto precisa consapevolezza della loro irriducibilità. Il noir non è un genere festoso, anche se la consapevolezza e la forza d’animo di Dean porgono al lettore passaggi che fanno arrivare con molti sorrisi più che accennati alla conclusione; che è l’attesa, per certi versi simile a quella di Godot, della Pomona Queen.
Antonio Donghi
WuMing Foundation
Dicembre 2004
Pomona Queen è un romanzo sorprendente, nel vero senso della parola. Una sorpresa continua, che non mescola i generi, né li contamina, secondo la moda corrente, ma li incastra uno nell’altro, stravolgendone le dimensioni, non l’integrità. Se vogliamo, più una matrijoska che un pastiche. Comincia, e pensi di aver scovato un allievo talentuoso di Elmore Leonard. C’è Dean, il protagonista-che-fa-un-mestiere-un-po’-assurdo (venditore ambulante di aspirapolveri).
Ci sono i trucchi del mestiere in questione e ci sono un mare di casini, subito dietro l’angolo, in attesa del buon Dean, a.k.a. Johnny Magic. Tali casini si materializzano sotto forma di una ghenga di biker, capitanati da Dan Brown, un sottosviluppato con istinti omicidi. La situazione iniziale è delirante al punto giusto. I dialoghi filano che è un piacere, stracolmi di turpiloquio.
Le danze cominciano e tu credi già di sapere che razza di musica riempirà la pista. Invece no. Arrivi a pagina 66, ed Elmore Leonard cede il passo a Steinbeck e all’epopea di un buco di culo di città, alle porte di Los Angeles, dove un tempo hanno prosperato le piantagioni di arance, poi quelle di villette, poi il vuoto pneumatico del Rapido Declino. Questa città è Pomona e la sua litania di promesse mancate, dai primi frutteti, all’incendio di Chinatown, all’autostrada per San Bernardino, diventa a tratti il vero fulcro narrativo ed emozionale del romanzo.
Perché Dean ha due segreti nel cuore: uno riguarda il bisnonno William Tacompsy McCauly, proprietario terriero dei bei tempi andati, l’altro una ragazza dai capelli rossi, che suonava il violino e adesso non c’è più. Questo secondo segreto spalanca a sorpresa un’ulteriore registro, fatto di riflessioni esistenziali e malinconiche verità che con Leonard hanno ben poco da spartire e rieccheggiano piuttosto l’inarrivabile Bandini di Chiedi alla polvere.
Il resto sono atmosfere di decadenza metropolitana e illusioni di progresso che ramazzano i rimasugli di speranza verso gli angoli della pagina, fino all’atto finale e al disvelamento di alcuni segreti, certo non tutti. Sorprendente, bisogna che lo dica, anche la scelta di mettere in copertina le cromature di una Harley Davidson: è vero che il romanzo parla di una ghenga di biker, ma è anche vero che questi non montano MAI in sella, continuando a spostarsi su un furgoncino scalcagnato. Altrettanto fuorviante, sempre in questo senso, la definizione di romanzo on the road, dato che tutta l’azione si svolge a Pomona e dintorni, in un raggio di massimo venti chilometri.
Quindi attenzione: Pomona Queen non c’entra niente con le moto, né con le suggestioni da Easy Rider.
Piuttosto ha a che fare col Sogno Americano e con i suoi cascami.
In realtà, è un romanzo dove chiunque abbia fame di storie può trovare pane per i suoi denti, e faccio davvero fatica a immaginare qualcuno che potrebbe rimpiangere i 13 euro e 50 di scommessa: con in sella Stefano Bortolussi, grande traduttore che molti già conosceranno, Kem Nunn è un cavallo vincente.
WuMing2